Il 22 ottobre dell’anno 1598, sul castello di Capo d’Orlando, i fratelli Raffa, guardiani, credettero di sentire dei rumori nello spiazzale antistante; affacciatisi, con grande sorpresa videro un pellegrino che senza parlare, prese una bùccina, utilizzata per dare l’allarme agli abitanti del borgo durante le numerose incursioni dei pirati.
Cominciò a suonarla a più non posso, i Raffa, adirati, lo rimproverarono; ma egli imperturbabile seguitò; lasciatili poi in imbarazzo, fuggì via , lasciando per terra un sacchetto, che venne aperto da Antonio Raffa.
Con grande stupore, in una piccola cassetta vi trovarono, un minuscolo simulacro raffigurante la Madonna ed alta appena un palmo, di materia ignota, dalle sembianze simili alla Madonna miracolosa di Trapani e di straordinaria bellezza. Fra le braccia teneva il bambino Gesù, che amorosamente la contemplava in viso.
I due guardiani credettero di riconoscere nel pellegrino San Cono Navacita.
Saputo lo straordinario evento il prefetto si recò a far visita alla Madonna. La statuetta venne portata a Naso ma, seguito violenti e non dannosi terremoti, indicativi della volontà della Madonna di tornare sul monte. Venne quindi deciso dal vescovo di far erigere sul monte una Chiesa e di collocare lì la statuetta.
Così venne portata in processione da Naso e si istituì da quel giorno, 22 ottobre 1600, una solennissima festa con mercato e fiera. La Madonna mostrò ben presto la sua materna predilezione per gli Orlandini e per i suoi devoti. La notte dell’11dicembre 1925, dallo storico Santuario, elevato ora a monumento nazionale, veniva rapito il prezioso simulacro di Maria SS.. Senza alcun risultato risultarono le ricerche compiute dagli Orlandini. Nell’’anno 1926 si fece eseguire una copia in argento del piccolo simulacro, che rimane tutt’ora esposto nel Santuario.